Che cosa cambia per chi esercita la professione di giornalista? Scopriamolo insieme.
A dicembre 2024 il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti in Italia ha approvato all’unanimità il nuovo Codice deontologico delle giornaliste e dei giornalisti che sostituisce il Testo Unico dei doveri del giornalista. Frutto di un lavoro complesso, durato un lungo periodo, il nuovo codice è entrato in vigore
il primo giugno 2025.
Ma che cosa c’è di nuovo? “Intanto si tratta di un documento sintetico, molto più agile del Testo unico – ha spiegato Gianfranco Quaglia, consigliere dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte in occasione di un incontro formativo che si è svolto presso il Circolo della Stampa di Torino lo scorso 12 Giugno (in foto un momento della presentazione). – Esso raccoglie le regole che i giornalisti sono tenuti a rispettare aggiornando il quadro storico delle regole della professione e introducendo importanti innovazioni, a cominciare dalle regole sull’Intelligenza artificiale. “
Chi ha creato questo documento? Il nuovo Codice deontologico delle giornaliste e dei giornalisti è frutto del lavoro collettivo portato avanti da una commissione giuridica presieduta dal Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Enrico Romagnoli, e nasce dal confronto con enti, sindacati e associazioni che negli anni hanno collaborato con l’Ordine siglando carte importanti che sono state inglobate in questo nuovo codice. Le precedenti carte deontologiche che regolavano la professione giornalistica continueranno ad essere la cornice del nuovo Codice deontologico, fornendo così approfondimenti per un approccio più responsabile nei confronti del cittadino.
La nuova formulazione, quindi, ribadisce ancora una volta alcuni principi cardine della professione, che, come ha ricordato Gianfranco Quaglia, si possono riassumere in tre punti fondamentali:
1) interesse pubblico della notizia
2) Verità sostanziale dei fatti
3) continenza espressiva
INTELLIGENZA ARTIFICIALE E GIORNALISMO: LE NUOVE REGOLE
Il nuovo Codice deontologico delle giornaliste e dei giornalisti, inoltre, dedica maggiore attenzione al rispetto delle differenze di genere, alla tutela dei minori, dei soggetti deboli e delle persone malate, introducendo articoli specifici che promuovono un linguaggio rispettoso e privo di stereotipi. “Ma la novità più significativa – spiega ancora Quaglia – è senza dubbio l’introduzione di norme sull’uso dell’intelligenza artificiale generativa nell’attività giornalistica“.
L’art. 19 del nuovo Codice deontologico delle giornaliste e dei giornalisti, infatti, prevede che l’intelligenza artificiale non può sostituire l’attività giornalistica e nel caso in cui il professionista si avvalga del contributo dell’IA, è obbligato a dichiarare esplicitamente il suo utilizzo nella produzione dei testi, delle immagini e dei video, di cui, in ogni caso si assume la piena responsabilità. Il ricorso all’intelligenza artificiale, secondo il nuovo Codice deontologico delle giornaliste e dei giornalisti, non esime l’utilizzatore in tema di obblighi deontologici. Per maggiori approfondimenti rimandiamo all’interessante approfondimento condotto da Agendadigitale in cui si parla anche di violazione dei diritti d’autore e Intelligenza artificiale.
Volendo riportare la discussione nell’ambito del lavoro di ufficio stampa, vale la pena di riprendere e commentare i tre punti sopra elencati dal punto di vista delle media relations:
1) Interesse pubblico della notizia.
Quello che spiego sempre ai miei clienti, o futuri tali, è che per poter dialogare con i media è essenziale la reciprocità. Il giornalista non è a tua disposizione ma lavora per fornire un servizio di informazione ai suoi lettori. Per questo le buone relazioni partono dalla capacità (mia, ma anche del cliente) di capire quali possono essere gli spunti utili e di interesse per il proprio pubblico di riferimento. Ben vengano quindi dati, sondaggi, o progetti e case history che impattano positivamente sulla collettività e che possono offrire angoli narrativi notiziabili.
2) Verità sostanziale dei fatti
Su questo punto, inutile dilungarsi, lascio che parli per me il vecchio proverbio: “il diavolo fa le pentole ma non i coperchi”. Quello che raccomando sempre ai miei clienti è di non alterare mai dati e fatti se si vuole creare uno storytelling credibile e un’immagine affidabile. Non ha senso e in alcuni casi è molto controproducente.
3) Continenza espressiva.
Se per il giornalista il linguaggio rispettoso è parte integrante di un’informazione attendibile e seria, per l’addetto stampa la continenza espressiva si configura nella capacità di esprimere i concetti in modo chiaro. Come? Evitando sia i tecnicismi inutili e ridondanti, sia gli “elogi e gli incensi” (tipo: azienda leader di mercato, partner insostituibile e altre amenità che mi capita di leggere e su cui si potrebbe aprire un capitolo a parte).
Per leggere il Nuovo Codice deontologico delle giornaliste e dei giornalisti, il vecchio Testo unico e le Carte dei doveri, si rimanda al sito dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti.