Blogger, giornalisti, influencer: quali sono le differenze?

Si tratta di “figure professionali” legate al mondo dell’informazione e della comunicazione con molti tratti comuni ma anche con competenze e peculiarità differenti. Vediamo similitudini e differenze

Blogger, giornalista, influencer: ormai sentiamo utilizzare questi termini come se fossero intercambiabili. I profani non sempre hanno le idee chiare e molti clienti mi hanno chiesto più volte di spiegare loro la differenza, dal momento che il Web e i Social hanno reso più fluide queste figure della comunicazione.

Ho provato a farlo in questo articolo, partendo proprio dall’esperienza di due professioniste e colleghe:

Alessandra Iannello, giornalista food e lifestyle che, oltre a collaborare con numerosi quotidiani e periodici, racconta le sue esperienze enogastronomiche e di viaggiatrice attraverso “gli occhi” del suo blog Ianni’s Eyes;

Alessandra Iannello, giornalista e blogger autrice di Ianni’s Eyes

e Selene Scinicariello, social media strategist e travel blogger, viaggia-scrittrice prima per passione, poi per lavoro (per saperne di più vi rimando al suo blog Viaggi che Mangi).

Selene Scinicariello, social media strategist e travel blogger autrice di Viaggi che Mangi

Saper scrivere, saper raccontare

Partiamo da giornalisti e blogger. E’ evidente che il denominatore comune di entrambe le figure sia la capacità di scrittura. Saper raccontare e spiegare un fatto, un evento, un’azienda, un personaggio. Senza questo talento – naturale e affinato dalla pratica – non si arriva da nessuna parte.

Al giornalista – che è iscritto all’albo professionale – si richiede sempre un’assoluta oggettività e la verifica accurata delle sue fonti; e qui entra in gioco la deontologia professionale, il cosiddetto codice etico di una determinata categoria professionale.

Oggettività e controllo delle fonti, però, sono le due basi su cui anche il blogger serio e attento costruisce la propria professionalità e credibilità davanti al suo pubblico. Se è vero che il blog nasce nei primi anni 2000 come diario-racconto personale, oggi tuttavia la sempre maggiore richiesta di informazioni da parte del pubblico spinge il blogger a un lavoro di ricerca, verifica e controllo molto simile a quello del giornalista.

L’influencer, invece, è qualcosa di ancora diverso. E’ un personaggio “popolare” nella Rete che non racconta o documenta fatti, ma esprime la propria visione e soprattutto “imprime” il suo stile di vita e la sua “attitudine” di pensiero attraverso i mezzi espressivi forniti dai social media (in particolare foto e video).

L’influencer viene spesso impiegato nelle strategie di marketing e comunicazione

Secondo la definizione di Gianroberto Casaleggio, si tratta di quel 10% di utenti consapevoli – presenti nella Rete – che formano le opinioni del restante 90%. Per questa sua capacità di “influenzare” i comportamenti e le scelte di un determinato gruppo di utenti e, in particolare, di potenziali consumatori, l’influencer viene utilizzato nell’ambito delle strategie di comunicazione e di marketing. E, dunque, può generare profitto dalla propria attività. Un caso su tutti, ovviamente, Chiara Ferragni che ha costruito un vero e proprio business partendo dalla sua figura. Ma questo ovviamente è ancora un’altra storia.

Se il giornalista è anche blogger: quando le professioni si incontrano

Oggi sempre più giornalisti decidono di aprire un blog all’interno del quale trattare di temi specifici (salute, viaggi, cosmesi, ricette, sostenibilità, innovazione…) che molto spesso sono anche gli stessi argomenti affrontati quotidianamente durante il proprio lavoro, ma che gli spazi di un giornale (web o cartaceo) non consentono di approfondire.

Un modo per dare voce al proprio punto di vista personale rispondendo anche alle richieste e alle curiosità di una vera e propria community di persone interessate a quel particolare tema.

Oggettività e controllo delle fonti: le due basi del giornalismo

Ed è proprio per offrire anche il suo personale punto che Alessandra Iannello ha aperto il suo blog Ianni’s Eyes. Sempre in viaggio per lavoro, come corrispondente delle testate per cui scrive, Alessandra ha deciso di raccontare sul proprio blogstorie di vita, di territori, di viaggi e cibi attraverso la lente delle mie esperienze e del mio sentire. Esploro il territorio insieme alle persone che mi raccontano le loro emozioni e il loro saper fare, un sapere millenario frutto dell’unione di tradizioni e di tecnologie moderne“. Alessandra sintetizza così, in modo chiaro e diretto, quella che è la figura del blogger.

La regola comune: il rispetto del pubblico

Se dunque molti giornalisti hanno deciso di attingere al mondo dei blogger per approfondire i temi di interesse ed esprimere la propria opinione, è anche vero che questi ultimi hanno modellato la propria forma narrativa e il proprio approccio sullo stile giornalistico. Oggi chi scrive su un blog, che sia giornalista o meno, ha difronte un pubblico sempre più attento, esigente, attivo, che ha la possibilità di far “sentire” il proprio parere in tempo reale con commenti e “like”.

Questa modalità partecipativa impone a chi scrive una capacità di selezionare le notizie e di documentare i fatti che non lascia più spazio alcuno all’improvvisazione.

La differenza sostanziale tra blogger e giornalista

Quindi, ricapitolando, se l’influencer è qualcosa di veramente nuovo e atipico, se le due figure del blogger e del giornalista sembrano molto spesso coincidere per modalità narrative e criteri di analisi, resta tuttavia una differenza sostanziale.

Il giornalista, a differenza degli altri due, è iscritto a un albo professionale. Come dicevamo sopra, ha quindi degli obblighi deontologici precisi, tra cui quello di non poter accettare in nessun caso un compenso da parte di un’azienda o un ente di cui scrive; né può svolgere attività pubblicitaria.

Il blogger (e come lui l’influencer) non ha, invece, questi vincoli. Pertanto può essere contattato da un’agenzia di marketing o direttamente da un’azienda (un hotel, un ristorante, una ditta di cosmesi, per fare qualche esempio) per una strategia di comunicazione e promozione particolare che magari prevede un articolo sul blog, un post o una storia sui social.

Il blogger può essere valido alleato per una strategia di comunicazione e promozione

Il blogger può dare vita a progetti di comunicazione e promozione a pagamento, il giornalista NO

Si tratta spesso di progetti strutturati e delineati, per i quali chi contatta deve sempre pensare a un compenso (come per una qualsiasi altra forma di pubblicità) – spiega Selene Scinicariello che da tempo collabora proprio con Enti turistici, Tour Operator e strutture ricettive. – Si tratta ovviamente di casi completamente diversi da un articolo scritto spontaneamente e che – per legge – devono essere sempre esplicitati, dal momento che si tratta appunto di informazione pubblicitaria.” Di qui, per esempio, l’obbligo per il blogger di specificare con l’hashtag #adv che si tratta di un post IG non spontaneo, ma frutto di una collaborazione.

Viaggi che Mangi è un esempio efficace di come un blog, nato inizialmente dalla voglia di condividere le proprie esperienze di viaggio, possa diventare un vero e proprio progetto editoriale “in grado di far conoscere a chi ci segue gli aspetti culturali, tradizionali e ricreativi di un qualsiasi territorio e del viaggio di per sé“. Naturalmente il percorso professionale di Selene non nasce dall’improvvisazione, ma dalla capacità di unire una passione, quella appunto per il mondo dei viaggi, e le proprie competenze professionali.

Oggi – continua Selene – lavoro come Web Content Editor e SEO Copywriter freelance specializzata nei settori Travel e Food. Ed è stato dopo un Corso di Perfezionamento in Innovazione digitale per i Beni e le Attività culturali, che ho deciso di aprire il travel blog Viaggi che mangi“.

Insomma quella del blogger può essere annoverata a tutti gli effetti tra le professioni della comunicazione. Oggi un blogger serio e attento, pur non essendo iscritto a un ordine, acquisisce una credibilità pari a quella di un giornalista professionista.

Occhio però agli improvvisatori!

Attenzione agli improvvisatori e a chi non è serio

Purtroppo, nel mare magnum della Rete e dei Social, esiste ancora un sottobosco di improvvisatori, sedicenti giornalisti e sedicenti blogger, dai quali è meglio stare alla larga evitando qualsiasi forma di collaborazione o interazione.

Il consiglio per non cadere nella trappola?Analizzare attentamente i mezzi su cui questi personaggi scrivono e – soprattutto – non farsi abbindolare o meglio abbagliare da nomi altisonanti e biglietti da visita patinati” avverte Alessandra Iannello.

E nemmeno lasciamoci abbagliare dal numero di follower, che possono essere stati facilmente acquistati. Guardiamo piuttosto se il profilo social o il blog hanno una struttura organica definita, una linea editoriale e un tono di voce chiari e coerenti.

Il mio ultimo consiglio, nato dall’esperienza personale: verificare sempre! Come? Con gli strumenti giusti…

Relativamente a blogger e influencer, esistono mezzi tecnologici di controllo che svelano i numeri gonfiati e le false interazioni. Per quanto riguarda i sedicenti giornalisti, esiste un albo pubblico che riporta il nome degli iscritti (nel registro dei professionisti e dei pubblicisti) ed esiste l’obbligo per la redazione di riportare nome e cognome dei propri collaboratori all’interno del Colophon.

Infine, non dimentichiamoci un sano passaparola tra colleghi degli uffici stampa e del giornalismo, che permette verifiche incrociate e rapide su alcuni personaggi che popolano il sottobosco della comunicazione.

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